Personaggio: Imoen
Genere: Comico, Introspettivo.
Rating: Giallo
Avvertimenti: ambientato anni dopo la saga dei Bhaalspawn. Tutto origina da una lunga serie di dialoghi deliranti tra Neera e Imoen.
Pink and red
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“Ehm … ti ricordo che non abbiamo un piano …”
Un uomo esce dalla stanza accanto, totalmente nudo. Viene nella nostra direzione barcollando come se avesse ingerito tre pinte di birra –ma a giudicare dall’alito direi anche cinque o sei- ma prima che possa rivelare la nostra presenza lo silenzio con un incantesimo. La bocca gli si impasta e cade a terra, e dopo nemmeno un minuto una delle cortigiane del Diadema di Rame esce dalla stanza da letto e lo riaccompagna gentilmente dal luogo dove è venuto. Nel corridoio torna il silenzio.
La mia amica ha l’orecchio incollato alla porta e mi fa un cenno affermativo. Mi avvicino alla serratura e faccio per scassinarla, ma lei mi allontana. “C'è un solo modo per aprire una porta!"
Mi butto a terra appena la sua mano si illumina di rosso, sapendo che trovarsi vicino a Neera quando si immerge nella sua magia selvaggia non è la cosa più intelligente da fare. La palla di fuoco esplode contro la porta che si carbonizza all’istante in una nuvola di fumo nero e scintille; non faccio in tempo ad alzarmi in piedi che la mia amica è già entrata con un salto. “EDWIN ODESSEIRON, SEI IN ARRESTO!”
E fu così che svegliammo tutta la taverna …
Entro nella stanza cercando di respirare il meno possibile, e quando mi porto accanto alla mia compagna di avventure cerco di non ridere alla vista dello sguardo a metà tra lo sbigottito ed il furioso della nostra vittima che ci fissa dal letto mentre la sua compagna di lenzuola –una ragazza dalla lunga chioma nera- rotola per terra nascondendosi dietro una cassapanca. Neera punta il bastone nella sua direzione, e mi fa un colpo di tosse per ricordarmi che è il momento della mia battuta. “L’Ordine delle Bellissime e Potentissime Maghe dai Capelli Rosa è venuto fin qui per punirti dei tuoi crimini!”
“Ma guarda chi si rivede, la maghetta selvaggia e la figlia di Bhaal in persona (non si può più nemmeno andare in un bordello in santa pace al giorno d’oggi …)” borbotta portando le mani in alto. Il suo tono è sempre pungente nonostante gli anni, ma la sua voce trema un po’ per l’indecisione. O la sorpresa. Sono sette mesi che gli diamo la caccia. “Immagino siate qui per quella questione degli esperimenti sui maghi selvaggi. Beh, sappiate che non c’entro nulla con quella storia (o quasi, ma suppongo che spiegare a questi due babbuini la differenza tra suggerire un paio di test e eseguirli vada oltre i limiti della loro intelligenza …)”.
Tanto dicono tutti così. Tutti scaricano le responsabilità a qualcun altro, tutti rimandano alle autorità superiori, al grande enclave dei maghi rossi, a chiunque abbastanza potente da sfuggire alla nostra organizzazione. Negano, nascondono, tradiscono i loro compagni, più passa il tempo e più i maghi di Thay mi danno il voltastomaco con i loro modi viscidi ed il denaro che fanno scivolare tra le tasche di un consigliere e l’altro per coprire i loro sporchi esperimenti. Per questo io e Neera abbiamo deciso di cambiare le cose a modo nostro, senza coinvolgere mio fratello o gli altri nostri vecchi compagni di viaggio –certo, l’Ordine sarebbe molto più vasto se Neera non avesse deciso che tutti i membri debbano tingersi i capelli di rosa- in nome di qualcosa che è difficile spiegare se non vi si passa attraverso.
La notte, quando chiudo gli occhi, sento ancora gli incantesimi di Irenicus su di me, i suoi occhi, il modo in cui mi guardava quasi come fossi nulla più di una cavia mentre in sottofondo riecheggiavano altre urla senza corpo, le voci dei prigionieri di Spellhold a cui tutto veniva sottratto. In quel momento avrei dato l’anima perché qualcuno venisse a prendermi, fossero state anche due ragazze strampalate dai capelli rosa e nessun piano in mente.
Io sono stata fortunata.
“Inutile negare, Edwin!” tuona Neera, ed in quel momento il suo bastone si illumina di mille piccole sfere scintillanti. “Preparati ad un bel viaggetto di sola andata, Telana ha già preparato il comitato di ricevimento! Un bel processo è proprio quello che ci vuole per la tua faccia di bronzo!”
Il mago di Thay fa per sollevarsi dal letto e buttarsi a terra, ma l’attimo successivo tutta la stanza è illuminata da una luce chiara ed accecante, che non ha nulla a che vedere con i normali incantesimi di teletrasporto. Mi ritrovo con la faccia sul pavimento della stanza per la seconda volta negli ultimi cinque minuti e già sto per festeggiare con la mia compagna quando mi accorgo che la sua figura è sparita. Non un lembo di vestito, nemmeno un capello svolazzante o bruciacchiato. Al suo posto trovo soltanto una pianta non più alta del mio palmo.
Un cactus.
Rosa.
Con tanto di sottovaso.
“Ehm … Neera?”
Non riesco nemmeno ad avvicinarmi alla pianta che Edwin raggiunge la porta con solo un salto –come avrà fatto a rivestirsi in quei pochi secondi di tempo lo sa soltanto Elminster- ed imbocca l’uscita in uno svolazzare di tunica scarlatta. “Sempre sia ringraziata la magia selvaggia!” lo sento gridare, ma l’attimo successivo anche i suoi passi sulle scale di legno della locanda non sono diventati altro che lievi scricchiolii e nascondono qualsiasi altro brontolio. Prendo in mano quello che resta della mia compagna d’avventure e per tutto ringraziamento mi pungo anche un dito. “E come al solito toccherà a me spiegare tutto ad Adoy …”
Piccoli incidenti di tutti i giorni per l’Ordine delle Bellissime e Potentissime Maghe dai Capelli Rosa.