Personaggio: Garrick
Genere: introspettivo, missing moments
Rating: verde
Avvertenze: Sängerkrieg in tedesco vuol dire "gara dei cantori". Il termine è tratto dall'opera di Wagner Tannhäuser, incentrata appunto su una competizione tra poeti. L'idea per la storia mi è venuta da lì.
Sängerkrieg
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Garrick detesta ammetterlo, ma il suo rivale è davvero bravo. È quasi impossibile seguire le sue dita mentre danzano leggere tra le corde del liuto, intessendo una corrente spumeggiante di musica che si avvolge in spire vivaci attorno alla sua voce calda e appassionata per dare vita a ballate di avventura, amore e battaglie. Persino lui è tentato di applaudire, da intenditore che sa riconoscere della buona musica quando la sente.
“Ehi, fiorellino! È il tuo turno adesso!” La voce di Eldoth, così gradevole nel canto, è sempre carica di scherno quando si rivolge a lui. Garrick deglutisce, consapevole di avere gli sguardi di tutti puntati addosso.
Pian piano il brusio nella sala comune si spegne di nuovo. Garrick armeggia con le corde della cetra, tenta di accordarle con le dita che tremano leggermente. Prende tempo. Da lontano, Skie gli sorride in segno di incoraggiamento.
L’idea della gara è stata di Eldoth, ovviamente. Così come quella di disputarla in pubblico, e precisamente nella taverna più affollata di Baldur’s Gate. Garrick si è lasciato trascinare attratto dal premio in palio per il vincitore, un bacio di Skie, ma ora, seduto al centro della sala con la lingua incollata al palato e la gola secca, non è più tanto sicuro che sia stata una buona idea.
Il silenzio si protrae, e il pubblico inizia ad agitarsi.
“Che aspetti?” lo incita qualcuno.
Garrick chiude gli occhi. Accarezza le corde per aiutarsi a trovare la concentrazione, pur non traendone alcun suono. Non conosce ballate emozionanti come quella cantata da Eldoth o, se le conosce, non gli vengono in mente. Per la verità al momento non gli viene in mente proprio nulla.
Nulla tranne il sorriso di Skie, che emerge dal buio dietro le sue palpebre chiuse. Garrick si aggrappa a quell’immagine, tenendo gli occhi serrati per non farla fuggire via, e finalmente pizzica le corde traendone un primo, esitante accordo. Le prime note scaturiscono lievi e pure dalla cetra. Si impongono sul rumoreggiare dei presenti, che a poco a poco tace. Il pubblico è di nuovo tutto per lui.
Garrick prende fiato, e si getta a capofitto nel vortice della musica.
Improvvisa.
Le note salgono e scendono, disegnano un’armonia morbida come il profilo delle colline di cui parla la sua canzone. Scorrono leggere come ruscelli, si sfilacciano nell’aria come brandelli di nuvole. La sua voce canta di giornate di sole, di cieli azzurri di primavera e prati bagnati di rugiada. Canta di quanto sia bello assopirsi nell’abbraccio del sole e lasciare le proprie preoccupazioni volare lontano insieme al vento.
Qualcuno, forse Eldoth, ridacchia alle sue spalle. “Che canzone infantile!”
Garrick non ci fa neanche caso. Continua a tenere gli occhi chiusi e si lascia guidare dalla musica. È la musica a condurre lui. Lui, il bardo, non la sta creando. La sta solo scoprendo, rivelandola nota dopo nota.
Solo quando l’ultimo accordo risuona nella stanza e sente il pubblico applaudire si azzarda ad aprire gli occhi. E si ritrova davanti Skie, in piedi a pochi passi da lui. Ha gli occhi lucidi.
“Hai… hai cantato di tutto quello che sognavo quando ero rinchiusa nel palazzo di mio padre” la voce della giovane trema per l’emozione: “Le cose belle che vedevo dalla mia finestra e non potevo raggiungere. La libertà… “ Garrick trattiene il fiato quando lei gli sfiora la guancia con il dorso della mano e avvicina le labbra alle sue. “Merita il premio chi sa vedere con occhi così puri la bellezza del mondo.”
Mentre Skie lo bacia Garrick scorge dietro le sue spalle l’espressione furibonda di Eldoth, e si compiace dentro di sé.
A sfuggire alla vendetta del rivale penserà dopo. Comunque vadano le cose, vale la pena rischiare la vita per un bacio di Skie.