Personaggio: Bodhi
Genere: Introspettivo, Missing Moments.
Rating: giallo
Avvertimenti: nessuno. Spoiler sulla trama di base di BG 2, ma suppongo che tutti i lettori di questa fanfic già conoscano la storia di Bodhi.
... nothing like the sun
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Le piace arrampicarsi. I suoi ricordi sono pieni di alberi dalle foglie gialle e rosse, di stalle, di mura piene di crepe su cui si diverte a salire sia di giorno che di notte, pensando solo a come apparirà in quel momento la cittadella di Candlekeep davanti ai suoi occhi. Le dicono di scendere, che finirà per cadere, ma lei non ascolta altro che la brezza leggera nei capelli rosa ed i battiti del suo cuore.
Mi siedo su una lapide, cercando di fare ordine in questi ricordi che non mi appartengono; non credevo che l’anima di quella figlia di Bhaal fosse così potente, che il suo pensiero potesse toccare il mio anche se quella ragazzina sta probabilmente marcendo a Spellhold.
Bruciano.
La testa mi fa male. Questo Valen non deve saperlo.
È notte, ma nel ricordo è pieno giorno. Corre nel pascolo fuori dalla cittadella, i suoi piedi scivolano sull’erba secca, ormai gialla; il sole le riscalda la pelle ed i piedi scalzi, e lei avanza tra i cespugli ed i rovi, supera un montone anziano e sfugge persino al cane pastore. Ride, ride senza fermarsi, e non si ferma nemmeno quando guarda indietro. Non è sola.
“Cosa c’è, muoviti!” grida, mostrando la lingua al ragazzo dagli occhi chiari che sbuffa per tenere il passo. Ha qualche anno più di lei ed i muscoli sono tesi sotto la pelle lucida per lo sforzo di riuscire a starle dietro. “Vedi cosa succede a passare le ore studiando con Gorion? Sei diventato un topo di biblioteca!”
“Possiamo … possiamo fare una pausa, Imoen?”
“Certo che no! Non sei tu quello che vuole diventare un cavaliere, sconfiggere mostri, salvare principesse e tutte quelle belle cose? Glielo dici tu al drago possiamo fare una pausa?” ride, mimando il tono spossato del ragazzo che considera come un fratello maggiore. “Muoviti, o non arriveremo nemmeno al tramonto!”
Torna indietro sui suoi passi e lo prende per mano. Riesco quasi a sentire quella pelle ruvida sotto le mie dita che ormai conoscono solo il gelo della morte ed il calore del sangue; se chiudo gli occhi posso essere io stessa quella ragazza a cui ho sottratto l’anima, posso sentire il respiro affannato del mio compagno proprio sul collo ed il sole d’estate che riscalda la mia pelle come un manto infuocato. Sotto di me non ci sono più le lapidi, ma un’erba secca che mi graffia i piedi. Inspiro lentamente, incuriosita da questo ricordo dei figli di Bhaal: forse è qui ciò che stavo cercando.
Il ragazzo sorride verso di me, e le labbra di Imoen gli rispondono a loro volta in un’espressione che l’altro deve trovare davvero divertente.
Sono io che non rido. Sono trascorsi anni dall’ultima volta che l’ho fatto. C’era il sole, di quello ne sono sicura.
C’erano anche due fratelli, due elfi che trascorrevano giornate intere appoggiati all’Albero della Vita per sentire il potere vibrare nella sua robusta corteccia e poi nei loro corpi immortali; lei parlava di tutti gli stupidi corteggiatori che venivano a chiederle la mano, lui mimava i vecchi saggi che gli dicevano di rallentare e frenare il suo incredibile e meraviglioso potenziale. Ricordo i loro visi chiari e luminosi, ma le parole scivolano via man mano che un velo di tenebra scende su quelle immagini mentre la luce volta loro le spalle. Tutto si fa freddo e cristallino, e per quanto io possa allungare la mano verso le figure congelate nella mia memoria mi accorgo che il mio cuore non batte, non vibra, non piange, non ride. Non grida nemmeno di riavere indietro ciò che gli è stato strappato.
Ma può andare avanti. Può andare avanti anche se la luce che lo accarezzava si è trasformata in una lama rovente, perché la notte ha tracciato per lui una nuova strada. Guardo un’ultima volta la figlia di Bhaal, baciata dal sole.
Jon è convinto che prima o poi uscirà da quella prigione e verrà da me per riavere indietro l’anima che le ho preso.
Per me non ci sono problemi.
Prenderò anche la sua vita, e mostrerò al sole un bel cadavere sorridente. Chissà se questo mi potrà ridare un po’ di gioia…